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Studio l'italiano dal febbraio, 2008. Ho cominciato prima di viaggiare in Italia con la famiglia (Verona, luglio 2008). Grazie a Mirella, Francesca, Bianca, Laura e Paolo che mi hanno aiutato molto.

Thursday, December 9, 2010

Mio padre e il suo restauro di macchine


Non c'è mai stato un tempo in cui non interessavano le macchine a mio padre.  Ma quando aveva 50 anni, il suo interesse si intensificò.  La sua prima restaurazione, iniziata nel anno 1967, era una Cadillac Eldorado Brougham del 1957 . . .


e la sua ultima, completata oltre un ventennio più tardi, era una Duesenberg doppia parabrezza Phaeton del 1929, convertita da una carrozzeria della Willoughby stile limousine.  Nell'intervallo, restaurava una Ford T-Bird del 1956 . . .


una Ford Woody del 1939 . . .

 

altre dieci Ford - tutte macchine deccappotabili del periodo che parte dal 1932 al 1939, una Kaiser Darrin Berlinetta decappottabile del 1956 . . .


una Hupmobile Speedster personalizzata del 1932, una Lincoln Zephyr Berlina decappottabile del 1939 . . .


una Chrysler Imperial Berlinetta decappottabile del 1931, carrozzeria della LeBaron . . .

                                   

una Rolls Royce 25/30 Martin-Walker Tourer del 1937, e una Ferrari 275 GTS del 1966 . . .



In periodi diversi aveva anche posseduto e migliorato molto altre macchine:  una Mercedes-Benz 300SL del 1957 . . .


una Ford Modello A Phaeton del 1931, un'Avanti del 1965 . . .


un'Auburn Berlina decappottabile del 1933, un'Auburn Berlinetta Boattail Speedster decappottabile del 1932 . . .


 una Cadillac "close-couple" Berlina a quattro porte del 1933 . . .


una Packard Berlina decappottabile, carrozzeria della Dietrich, del 1936 . . . 


una Chrysler Newport Phaeton, carozzeria della LeBaron, del 1941 . . .

                          

alcune Rolls Royce . . .


ed altre.

In media ci volevano nove mesi per restaurare una macchina Ford decappottabile.  La restaurazione della Duesenberg impiegava due anni.  Queste foto danno un senso a come mio padre, con il sudore e la sua abilità,  faceva ogni sforzo di risuscitare e trasformare della ferraglia davvero malridotta.




Nel caso di questa Ford Phaeton del 1938, mio padre aveva anche comprato una Ford coperta del 1938 dalla quale prendere pezzi e parti di cui aveva bisogna per la Phaeton, alla quale mancavano.  Questa è una pratica comune quando si restaurano le macchine aperte sgangherati - di solito le macchine coperte erano più numerose ed in uno stato migliore di quelle aperte perchè gli interni delle prime erano protetti col passare degli anni contro gli elementi.  Forse ti chiederai perchè mio padre non ha comprato una Phaeton migliore per cominciare?  L'anno 1938 era l'ultimo nel quale la Ford ha prodotto la Phaeton, e solo 1.169 furono fabricate.  Trentacinque anni dopo, non ce n'erano molte ancora in circolazioni - erano bestie rare.



Non c'è da meravigliarsi che il pianale di sopra era troppo corroso dalla ruggine per essere salvato.  Dunque mio padre "semplicemente" l'ha ritagliato con la saldatrice, poi si è diretto all'altra macchina, ha ritagliato la sezione correspondente, l'ha trascinato dentro l'officina, e l'ha saldato al suo posto.  Facile come bere un bicchierre d'acqua!



La prima cosa da fare per riparare questo palo di parabrezza era di rimuovere la ruggine con una varietà di attrezzi elettrici per molatura ed anche con prodotti chimici.  Poi, usando la saldatrice, mio padre scaldava il metallo nudo.  Un buco sarebbe potuto apparire dove il metallo era sottile, nel cui caso lo avrebbe chiuso con la saldatrice o, se il buco fosse stato grande, avrebbe saldato al buco un pezzo di acciaio tagliato su misuro.  In seguito, usando piombo, la saldatrice, un utensile di legno, una lima e della carta vetrata, sviluppava il palo e lo modellava abilmente con gli occhi di un scultore.

Eventualmente, pezzo a pezzo, di giorno in giorno, un catorcio sarebbe diventato una bella macchina.  Mio padre l'ha verniciato con il meno popolare dei colori del 1938, in parallelo con la rarità del modelo:  marroncino di scricciolo, un colore che mio padre chiamava "shit-muckle dun" - grigio brunastro opaco di merda, approsimativamente . . .

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